Alcune attività commerciali ospitano i prodotti della sartoria sociale nata come contrasto al degrado delle periferie e centro di cittadinanza attiva. Ecco dove acquistarli
I manufatti artigianali della sartoria sociale “167 revolution” si possono acquistare presso: “L’Arte Fiorentina” di Marina Greco in via Braccio Martello, “Visage Couture” di Adriana De Carlo in via Nazario Sauro, “Quarta Store” di Stefania Quarta invia Fazzi, e poi ancora “Golosità del Salento”,“Liberrima” e “Bauhaus” su corso Vittorio, ospitano in questi giorni le creazioni delle “sartigiane” del quartiere Stadio coordinate da Alberto Pranzo. Questi inomi: Rosanna Nanni, Anna Maria Franco, Domenica Mazzei, Gabriella Freuli, Antonella Calabrese, Doranna Calvani, Ilaria De Blasi, Silvia Ramirez, Monia Cassano. L’iniziativa “167 in vetrina” nasce come spazio reato e gestito dalle donne del quartiere 167 nel più ampio “LEF167 – Cantieri Innovativi di Antimafia Sociale”. Un progetto coordinato da Antonia Di Francesco che offre opportunità alle donne del quartiere per contrastare il degrado.
La sartoria e il progetto:
All’interno del progetto LEF167 nasce la sartoria sociale che coinvolge le donne del quartiere con la passione per il taglio e cucito. Obiettivo creare occasioni di condivisione, di spazi ed opportunità, nonché lavoro strutturato e una Scuola di Sartoria Creativa. In primo nucleo della sartoria viene inaugurato nel luglio 2020 presso il Complesso San Giovanni Battista. La sartoria si dedica sia alla produzione di manufatti artigianali che alla diffusione della cultura sartoriale attraverso mini corsi. “Impara l’arte e mettila da parte” sono i laboratori creativi che rientrano nei percorsi per i turisti e cittadini e nella sezione education con le scuole. La prima giornata sperimentale si è svolta nel mese di agosto 2019 all’interno del Centro Commerciale Mongolfiera ed è stata molto apprezzata dai partecipanti.
Ricordiamo che la finalità del progetto LEF167, che si concluderà nel dicembre 2020, è la promozione della cultura e la pratica dell’antimafia sociale attraverso il coinvolgimento della popolazione in situazioni nelle quali si assumono comportamenti ispirati al rispetto delle norme di convivenza civile, cooperazione, progettualità condivisa e partecipata, creando concrete condizioni di costruzione e consolidamento della cittadinanza attiva, con positivi riflessi anche sul potenziale di sviluppo economico dei territori. I laboratori nascono all’interno del complesso San Giovanni Battista per essere fisicamente nel centro del Quartiere bersaglio e poter essere più efficaci nel coinvolgimento della popolazione.