Il rapporto di ‘Libera’ parla di un aumento del 9,1% dei reati legati all’usura. Strategico nelle comunità il ruolo delle associazioni e scende in campo anche la Caritas
La Puglia è tra le regioni con la percentuale di crescita più alta in relazione alle operazioni sospette e al riciclaggio di denaro. È quanto emerge da un rapporto del Corriere della Sera (fonti Libera e l’Unità di informazione finanziaria) sull’evoluzione dei fenomeni legati all’usura in Italia dall’inizio della pandemia da Covid-19.
I numeri testimoniano la pericolosità della situazione: la terra degli ulivi ha registrato nel primo semestre del 2020 ben 3.292 operazioni sospette con un aumento del 9,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, un dato che la colloca alle spalle di Trentino Alto Adige (+47 per cento), Lazio (+38 per cento), Sardegna (+37 per cento), Calabria (+17,8 per cento) e Campania (9,7 per cento).
È il momento, l’attuale dettato dalla crisi pandemica, in cui si sta distribuendo denaro e non c’è la possibilità di monitorarne le modalità. Sono infatti pochissime le denunce formulate in questo periodo, prevale lo stato di bisogno.
Ma ci sono an-che storie che danno speranza.
In questo accanto all’operato delle forze dell’ordine ci sono le associazioni, una trama importante nell’ordito delle comunità; le associazioni forniscono supporto alle vittime, in tutte le fasi del difficile percorso. Infondo al tunnel, c’è sempre la luce, per tutti. Lo sa bene Luigi Budano, il presidente di “Contro la cultura socio mafiosa” che da anni si batte al fianco di persone che chiedono aiuto
«Viviamo tempi drammatici – afferma Budano dalle pagine del Nuovo Quotidiano di Puglia – Non ci sono denunce, ma stanno maturando condizioni di insolvenza che prima o poi emergeranno tragicamente. Bisogna prestare ora la massima attenzione, accendere i riflettori sull’economia criminale che si insinua dove c’è debolezza».
La macro usura, ma non solo. C’è anche quella di quartiere. I prestiti di poco valore, 50 o 100 euro, a famiglie che hanno necessità di fare la spesa. Sono pratiche che raramente vengono rappresentate all’autorità giudiziaria, proprio per via degli importi irrisori di cui si parla.
La macro usura, ma non solo. C’è anche quella di quartiere. I prestiti di poco valore, 50 o 100 euro, a famiglie che hanno necessità di fare la spesa. Sono pratiche che raramente vengono rappresentate all’autorità giudiziaria, proprio per via degli importi irrisori di cui si parla.
Un altro spiraglio di luce per i tanti in difficoltà arriva anche dalla Caritas. Centro d’ascolto, micro credito e antiusura: la Caritas diocesana di Nardò-Gallipoli mette a disposizione una serie di strumenti a sostegno di persone o famiglie che vivono situazioni di vulnerabilità economica e sociale. Don Giuseppe Venneri direttore del Centro spiega poi le altre misure di sostegno che la Caritas mette in campo: La Convenzione con la Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari; il Fondo di Garanzia Diocesano per il Microcredito “San Giuseppe da Copertino” costituito nel 2014 con i Fondi Anticrisi e incrementato anche grazie alle collette diocesane; infine, il Fondo Diocesano “San Benedetto” per l’erogazione a “fondo perduto” a favore di persone e famiglie in stato di comprovato bisogno/disagio economico a causa emergenza Co-Vid-19
Il servizio della Caritas diocesana si concretizza poi attraverso azioni preventive che partendo dai tanti centri d’ascolto parrocchiali e cittadini, si traducono principalmente in assistenza legale, amministrativa e psicologica e con la conseguente erogazione di sostegno economico, o l’accesso al credito, grazie agli strumenti sostenuti da fondi di garanzia diocesani e nazionali.