Quasi 6mila residenti in meno in provincia di Lecce nel 2020. È il dato che emerge dalla terza edizione del censimento permanente della popolazione
La provincia di Lecce è quella che soffre di più dello spopolamento. Il dato proviene dall’Istat che ha reso noti i risultati del censimento sulla popolazione pugliese al 31 dicembre 2020. In Puglia si contano 3.933.777 residenti, 19.528 in meno rispetto al 2019.
Il 51,0% della popolazione pugliese vive nelle province di Bari e Lecce, che ricoprono il 34,1% del territorio e dove si registrano i più elevati valori di densità di popolazione.
Tra il 2019 e il 2020 la popolazione diminuisce in tutte le province della regione, soprattutto nella provincia di Lecce, che registra anche il maggiore decremento in termini assoluti (-5.935 residenti).
Tra il 2019 e il 2020 solo 43 dei 257 comuni pugliesi non hanno subito perdite di popolazione e tra questi si contano solamente due capoluoghi di provincia (Lecce e Bari, quest’ultima fa registrare anche il massimo incremento comunale in regione con 1.921 unità). Sono invece 214 i comuni dove la popolazione diminuisce: in valore assoluto la perdita più consistente si registra a Foggia (-2.206).
La tendenza alla decrescita demografica è stata ulteriormente accentuata dalla pandemia da Covid-19. L’eccesso di decessi, direttamente o indirettamente riferibile alla pandemia, ha comportato in Puglia l’incremento del tasso di mortalità dal 9,9 del 2019 all’11,2 per mille del 2020, con il picco del 12,4 per mille di Foggia. Sulla natalità gli effetti sono meno immediati e il calo delle nascite, registrato anche nel 2020, è riconducibile soprattutto a fattori pregressi, come la sistematica riduzione della popolazione in età feconda, la posticipazione nel progetto genitoriale e il clima di incertezza per il futuro. Tra il 2019 e il 2020 il tasso di natalità è sceso dal 7,0 al 6,7 per mille, con un andamento uniforme in tutte le province.
La prevalenza della componente femminile nella struttura per genere della popolazione residente si conferma anche nel 2020. Le donne, infatti, rappresentano il 51,4% del totale e superano gli uomini di 107 mila unità.
La popolazione pugliese presenta, nel 2020, una struttura per età leggermente più giovane rispetto al resto del Paese: l’età media, leggermente aumentata rispetto al 2019, è di 45,0 anni, analoga alla media nazionale (45,4). Aumentano l’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di età 0-14), che passa da 175,6 del 2019 a 181,1 del 2020 e l’indice di dipendenza degli anziani (rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età 15-64), che è pari a 36,1 contro 34,9 del 2019. Cresce anche il rapporto tra la componente più anziana e quella più giovane della popolazione in età lavorativa (indice di struttura della popolazione attiva): nel 2020 ci sono 133,0 residenti nella classe di età 40-64 ogni 100 di 15-39 anni (130,7 nel 2019). A livello provinciale, Barletta-Andria-Trani e Foggia presentano la struttura demografica più giovane. All’opposto, le province di Lecce e Brindisi hanno strutture demografiche più invecchiate, in cui l’età media supera i 45 anni e ci sono più persone di età superiore a 65 anni ogni 100 ragazzi tra 0 e 14 anni rispetto alla media regionale (indice di vecchiaia 209,6 a Lecce e 196,0 a Brindisi). Il processo di invecchiamento coinvolge anche la popolazione residente nelle province di Lecce e Brindisi, dove l’indice di dipendenza degli anziani risulta pari, rispettivamente, a 40,0 e 37,5 contro la media regionale di 36,1.
Sulla base della dinamica demografica di fonte anagrafica (saldo naturale e saldo migratorio) intercorsa nell’anno 2020, combinata alle risultanze derivanti dai “segnali di vita amministrativi” (saldo tra sovra e sotto copertura anagrafica degli stranieri), la popolazione straniera della Puglia ammonta a 134.440 residenti, con un aumento di 750 unità (+0,6%) rispetto al Censimento 2019 . Bari e Foggia sono le provincie con il maggior numero di stranieri. I più alti incrementi percentuali si registrano a Bari (+2,9%) e a Taranto (+2,3%), mentre nelle province di Barletta-Andria-Trani e Brindisi i cittadini stranieri risultano in diminuzione (-4,2%).
La comunità rumena, prima in regione per numero di componenti, rappresenta il 22,2% degli stranieri censiti nel 2020, con un peso percentuale più alto rispetto al dato nazionale (20,8%). La comunità albanese, seconda per numero assoluto di individui dimoranti abitualmente, rappresenta il 16,2% della popolazione straniera regionale contro l’8,4% della comunità albanese presente in Italia. La comunità marocchina presenta in regione un’incidenza leggermente inferiore rispetto al dato nazionale, 7,9% contro 8,3%
Nella regione la tipologia familiare più frequente è quella delle famiglie unipersonali (28,9% del totale contro 35,1% della media nazionale), seguono le famiglie con due componenti (26,8%). Le famiglie più numerose, con almeno tre componenti, rappresentano il 38,5% del totale.
Si innalza il livello medio d’istruzione della popolazione residente di 9 anni e più in Puglia, grazie alla crescita continua della scolarizzazione e al conseguimento di titoli di livello superiore. L’analfabetismo o l’assenza di un titolo d’istruzione sono in regione più diffusi rispetto al contesto medio nazionale (5,9% a fronte del 4,4%) ed emergono alcuni importanti divari. A Brindisi e a Lecce si rileva la quota più consistente di persone senza alcun titolo di studio (6,8%), al contrario della provincia di Bari in cui ci sono in media solo 4,8 analfabeti ogni cento abitanti e si registra la percentuale più alta di persone in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado (33,3%). Lecce, insieme a Brindisi e Taranto spiccano per la percentuale più bassa di persone con la licenza di scuola elementare (rispettivamente 17,7%, 17,8% e 17,9%)