Dal 20 al 23 luglio 2022 nel Castello Volante di Corigliano d’Otranto torna la Festa di Cinema del reale e dell’irreale, il festival dedicato al documentario e agli sguardi sulle realtà del mondo.
La Festa di Cinema del reale e dell’irreale è organizzata e co-prodotta da Big Sur, OfficinaVisioni e Cinema del reale in collaborazione con il Castello Volante e il Comune di Corigliano d’Otranto; un’iniziativa di Apulia Film Commission e Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, a valere su risorse di bilancio autonomo della Fondazione AFC e risorse regionali del Piano straordinario “Custodiamo la Cultura in Puglia 2022”, prodotta nell’ambito dell’intervento Apulia Cinefestival Network, con il sostegno di Parisi Luminarie,Vigneti e Cantine Garofano, Masseria Sant’Angelo, BelleCasediPuglia, Cali Nitta, Lanime Spa in bed, Casina Montana, Sprech.
Anche quest’anno, chi raggiungerà il Castello Volante potrà godere di due schermi per le proiezioni della rassegna di documentari, insieme a mostre, residenze artistiche, incontri con gli autori, musica, food, percorsi esperienziali, sezioni speciali realizzate in collaborazione con altre realtà, il tutto negli spazi di uno dei più affascinanti e maestosi castelli d’Italia.
A Corigliano d’Otranto a piedi: “Senza parole”
Rompendo la tradizionale scelta delle “tre parole” che sintetizzano il progetto poetico dell’edizione in corso, per questo diciannovesimo anno la Festa si presenta “Senza parole”. È questo il manifesto dell’ennesimo inizio di una grande avventura di tenacia e amore, nel contesto di una sofferenza diffusa del sistema culturale che, tuttavia, spinge la Festa a interrogarsi sul senso e sulle reali ricadute culturali che un festival può avere su un territorio.
Un’edizione “Senza parole” ma carica di nuova energia, ricca di visioni e azioni. Un evento originale, senza passerelle né divi, un cinema di comunità che negli anni ha fatto degli sconfinamenti tra discipline e della sperimentazione dei linguaggi il suo manifesto, oltre ogni schema ed etichetta, divenendo un modello di buone pratiche culturali e uno degli eventi imperdibili dell’estate salentina.
In queste ore Paolo Pisanelli, il direttore artistico della Festa di Cinema del reale e dell’irreale, partito da Lecce all’alba, sta raggiungendo Corigliano d’Otranto a piedi: un modo per ribadire che la Festa prosegue il suo percorso, pur nella totale incertezza dei mezzi, con determinazione, “Senza parole”.
Un viaggio «dall’irreale di organizzare un evento culturale al reale del Castello di Corigliano, dove siamo diretti».
Il programma di mercoledì 20 luglio
Due schermi e una scelta di due programmi paralleli attendono gli spettatori della Festa. Le proiezioni sullo schermo del fossato si inaugurano alle 20.45 con “Signore e signori buonasera”, il benvenuto al pubblico de La Festa di Cinema del reale: un’edizione “Senza parole” presentata da Paolo Pisanelli. Alle 21, dopo il corto “Vite parallele” di Paolo Pisanelli (2022, 5’), il documentario “Auguri don Gesualdo” (2010, 45’) di Franco Battiato.
Per la prima volta, Franco Battiato racconta la sua ammirazione e il suo rispetto per uno degli autori che ha fatto grande la narrativa italiana del secondo ‘900: Gesualdo Bufalino, un siciliano – come Battiato – d’eccezione. Lo fa con un film in cui le sue riflessioni e le sue parole su Bufalino e la sua terra sono accompagnate sia dalle testimonianze di altri autori che gli sono stati vicini (Leonardo Sciascia, Manlio Sgalambro, Matteo Collura, Piero Guccione e molti altri) sia da una serie di documenti rari di Bufalino.
Alle 21.50 il corto “Per un pugno di terra” di Hermes Mangialardo, quindi “Ghost before breackfast” di Hans Richter (1929, 9’), musicato dal vivo da Admir Shkurtaj.
Alle 20.45 ancora un corto, “Satiemania” di Zdenko Gašparović, in collaborazione con Subversive Festival e Zagreb School of Animated Films, quindi alle 23 la proiezione del documentario “La restanza” di Alessandra Coppola (2022, 92’) sull’esperienza della Casa delle Agriculture di Castiglione d’Otranto.
Castiglione d’Otranto, Salento, Puglia. Un gruppo di trentenni si rifiuta di considerare la fuga come l’unica soluzione ai problemi economici, ecologici e politici. Decidono così di restare, di legare la propria vita al lavoro agricolo e di investire in un valore dimenticato: la condivisione. Dopo aver proposto ai possessori di terreni incolti di mettere in comune le loro proprietà, trasformano Castiglione nel paese “della restanza”, un luogo dove si coltivano semi antichi e si cura la biodiversità; dove le decisioni sono prese in comune e si sviluppa un’economia su piccola scala. Accettando le ombre del passato, i protagonisti di questa vicenda riscoprono le potenzialità inattese di una terra. Il film è la storia di questa fantastica avventura alla riscoperta di una terra.
Sullo schermo terrazza si comincia con il corto “Heterotopie” di Gabriele Vizzi, girato in Iran nel 2019 interamente con uno smartphone. Segue “Anemo” di Maria Giovanna Sodero, frammenti di Corigliano d’Otranto, un progetto realizzato nell’ambito della residenza artistica UCreate.
Alle 21.20 il lungometraggio “Los Zuluagas” di Flavia Montini (2021, 75’), in collaborazione con AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Camilo, 35 anni, figlio di guerriglieri colombiani, torna nel suo paese d’origine dopo 25 anni di esilio in Italia. Nel tentativo di comprendere le scelte radicali dei suoi genitori, si immerge nell’archivio di famiglia. Straordinari film amatoriali e scritti privati rivelano conflitti mai sopiti e memorie dolorose.
Quelle di un padre, comandante rivoluzionario, che ha sacrificato tutto in nome della lotta politica, ma che ha visto il suo sogno di giustizia svanire. Quelle di un figlio, cresciuto all’ombra di un uomo carismatico ma ingombrante, incapace di accogliere i bisogni di un bambino.
Quelle di una madre. Un fantasma che agita i sonni di Camilo da quando aveva 5 anni.
Un’occasione unica per dar vita a un dialogo impossibile, a lungo desiderato ma mai veramente avvenuto.
Alle 22.30 in programma “Futura”di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice Rohrwacher in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà (2021, 105’).
“Futura” è un’inchiesta collettiva svolta da Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher che ha lo scopo di esplorare l’idea di futuro di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 20 anni incontrati nel corso di un lungo viaggio attraverso l’Italia. Un ritratto del Paese osservato attraverso gli occhi di adolescenti che raccontano i luoghi in cui abitano, i propri sogni e le proprie aspettative tra desideri e paure. Dalle grandi città ai piccoli paesini di campagna, Futura si compone come un archivio storico, che raccoglie le testimonianze di tanti giovani, alcuni più ottimisti di altri, alcuni più sognatori di altri, ma tutti lanciati verso un futuro che, se già prima dell’arrivo del Covid era incerto, ora è diventato terribilmente instabile.
A partire dalla mezzanotte, nel fossato e sulla terrazza “Senza parole”, visioni notturne fuori dall’ordinario.
La musica
Molti gli spazi dedicati alla musica, ai reading e alla performance. Il 20 luglio alle 20, prima delle proiezioni c’è l’aperitivo musicale con i Fanfarroni, “musiche randagie per cinque gatti”.
I Fanfarroni sono una piccola fanfara randagia che si nutre di tutti i migliori pezzi trovati per strada, Skatolette di tono jamaicano, wurlzer a la parigina, cetriolini salsa yiddish, saporiti formaggi caraibici e tarantelle di spaghetti alla carbonizzata.
Alle 23.30, nell’ambito dell’omaggio a Franco Battiato, “Radio Battiato. Dj set in cuffia” a cura di Max Nocco e Massimo Colazzo + MOON DJ SET in Quiet Zone con Max Nocco.
Il romantico fruscio dei vinili che accompagna la potenza delle parole, in un viaggio, simile ad un lungo abbraccio, nella vita e nelle canzoni dell’indimenticabile Franco Battiato. Sarà un emozionante percorso random, esperienza immersiva in una delle menti più visionarie e creative dei nostri tempi.
Mostre e laboratori
Accanto al programma delle proiezioni, decisamente ricca è la proposta di “Visioni del Sud”, un articolato programma di residenze artistiche e percorsi espositivi diffusi nel Castello e nel borgo di Corigliano d’Otranto, che ha l’obiettivo di sostenere la produzione artistica contemporanea, trasformando il Castello Volante in un cantiere delle arti visive e in un osservatorio sulle trasformazioni dei territori.
Tra i temi che attraversano le esposizioni, quello degli archivi ritrovati, indagati e “sollecitati” attraverso lo sguardo e le domande del presente.
Protagonista di quest’anno, il progetto “PPP Pasolini – Sette scatti”, a cura di Claudio Domini e Paolo Pisanelli (allestimento a cura di Francesco Maggiore e Efrem Barrotta, ideazione e realizzazione Archivio Cinema del reale, Erratacorrige, Big Sur, OfficinaVisioni, in collaborazione con Archivio Cecilia e Lino, Cineteca di Bologna, Gabinetto Vieusseux, Castello Volante di Corigliano d’Otranto). La mostra presenta per la prima volta insieme le fotografie scattate da Cecilia Mangini a Pasolini nel 1958, che verranno allestite negli spazi nella Tabaccaia del Castello Volante a partire dal 20 luglio insieme a documenti inediti. Gli scatti raccontano la storia di un incontro tra la prima donna che in Italia ha avuto il coraggio di sedersi dietro una macchina da presa, e un intellettuale geniale e generoso, che di lì a poco avrebbe donato alla giovane futura documentarista il commento per il suo primo cortometraggio e poi altri due, a suggello di un sodalizio culturale e umano che già le immagini di quel primo incontro lasciavano intendere.
A completare il percorso espositivo un’installazione fotografica dell’artista visiva Alessia Rollo, che rielabora un fotogramma di “Stendalì – suonano ancora”. L’opera è tratta dal suo ultimo progetto Parallel Eyes.
Agli archivi familiari è dedicata “Supernovae” di Valeria Puzzovio, una selezione di immagini ritrovate e ricomposte in forma poetica, nell’idea di preservare la memoria e prendersi cura delle storie di vita, valorizzandole attraverso una nuova interpretazione.
La Festa presenta inoltre “Moj in tl’ aqua / ‘Nserta dopu nserta”, installazione nata dalla tesi di laurea di un gruppo di studentesse e studenti dell’Istituto di design di Urbino, dedicata al lavoro delle donne, che intreccia i canti delle tabacchine a quelli delle mondine.
Infine, restano visitabili gli scatti sul Salento del Novecento di Giuseppe Palumbo, su cui Big Sur, grazie alla collaborazione del Polo Biblio-Museale di Lecce che custodisce il prezioso archivio, continua a promuovere un lavoro di indagine e divulgazione.
Seguendo il tema delle identità di genere e della libertà di espressione, in collaborazione con Persona Festival approdano al Castello Volante la collettiva “Gender illustration (she / they / he)” e la mostra personale “This is pink” di Andy Trema. Da vedere anche “Àmati Amàti” di Enrica Ciurli e Leonardo Tondo, “Piccolo uovo” di Francesca Pardi con le illustrazioni di Altan (in collaborazione con InmaLab e Magma aps).
Approdano alla Festa anche alcune delle installazioni realizzate nell’ambito della residenza artistica Ucreate e presentate in anteprima il 10 luglio per “Cose (in)visibili. Aspettando la Festa di Cinema del reale e dell’irreale”: sono “Let me in (I hope to enter)” di Federico Rizzo, “Prima di fare fuoco” di Caterina Dufì e Anemo di Maria Giovanna Sodero.
Da non perdere le video installazioni interattive “Voglio la luna” e “Komorebi” di Hermes Mangialardo, nel fossato e nel giardino della Quercia Vallonea e gli originali allestimenti di Maurizio Buttazzo che invitano il pubblico ad esplorare gli spazi interni e esterni del castello. Tra le mostre da segnalare: “Approdo” di Adriano Nicoletti, “Affacci” dello scultore Nicola Genco, i Quadritos sonori di Brunella Tegas realizzati in collaborazione con Daniela Diurisi, e illuminati da “Pepa Luz” le creazioni luminose di Anna Quarta.
La Festa invita il pubblico di grandi e piccoli a sperimentare tecniche di stampa analogica con gli artisti-artigiani Marilisa Bruno e Roberto Ciardo di Studio Officine Amaro e il loro progetto “Come un tappeto” per la creazione di una grande opera collettiva.
“È a questo punto che inizia la danza”: è questo il nome del workshop tenuto nei giorni del festival dalla danzatrice e coreografa Barbara Toma. Un piccolo ma intenso percorso di ricerca sul linguaggio della danza e il rapporto tra corpo e paesaggio.
fonte:LeccePrima