In questi anni molti sono stati gli appelli per non ‘perdere’ il patrimonio costiero del Salento, oggi si aggiunge l’iniziativa del Premio Oscar Helen Mirren e l’appello dell’associazione Archès
Punteggiano la costa, intessono legami stretti tra passato e presente, tra costa ed entroterra , le numerose torri fortificate erette nel XVI secolo in Terra d’Otranto per fronteggiare gli assalti turchi e corsari. Tuttavia questo patrimonio in parte pubblico, in parte privato, rischia di andar perso , tra incuria e dimenticanza, con qualche raro esempio virtuoso , come a Morciano, Racale o Tiggiano , dove è stata intrapresa un’opera di recupero e valorizzazione delle antiche vedette.
Nei giorni scorsi ha fatto notizia l’impegno di Helen Mirren per il recupero di Torre Palane, struttura difensiva a Marina Serra di Tricase. L’attrice britannica, ha postato sulla sua pagina Instagram un video accanto alla torre, chiedendo a tutti di sostenerne il restauro della stessa attraverso la firma di una petizione a sostegno del Fai (Fondo Ambiente Italiano), al fine di farla inserire nel censimento dei Luoghi del cuore e ottenere delle risorse pubbliche «Il tratto di mare compreso tra le marine di Tricase e le coste ugentine si caratterizzava per la presenza di sedici torri costiere, di cui quattro non più esistenti: si tratta di quella ubicata su Pizzo Cannone a Tricase Porto, bombardata dalle truppe inglesi nel 1806, di Montelungo a Gagliano del Capo, e delle torri di Santa Maria di Leuca, posta su Punta Meliso, nei pressi del Santuario, e di San Gregorio a Patù», spiega dalle pagine del Quotidiano di Puglia Marco Cavalera , archeologo e guida turistica di Morciano di Leuca nonché presidente dell’associazione Archès. «La maggior parte delle torri costiere ha subìto l’inesorabile scorrere del tempo e l’incuria dell’uomo. Il degrado è stato favorito anche dall’utilizzo dell’acqua marina nell’impasto della malta e dagli agenti atmosferici, che hanno causa-to una rapida erosione deriferimento è alla Torre del Riccio a Corsano, a quella del Porto di Novaglie, a Gagliano del Capo, e a Torre Marchiello nel territorio di Castrignano del Capo. Di queste, ad oggi, non rimane nient’altro che un cumulo di pietrame informe e terra. Questi dovrebbero esse-re segnalati oppure messi in sicurezza in quanto rappresentano, pur sempre, una testimonianza del passato che rischia di scomparire», continua Cavalera che precisa. «Torre del Sasso, a Nord di Tricase Porto, Torre dell’Omo Morto a Leuca, e Torre Mozza, a Ugento, pre-sentano uno stato di conserva-zione che permetterebbe ancora, mediante opportuno e tempestivo intervento di consolidamento e restauro, il recupero della loro memoria storica e dell’identità culturale» .
fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia