E’ quanto richiesto dall’associazione in una lettera indirizzata a “Siav Sud- Sanità Animale.
Tutto nasce dalla scoperta che alcune prestazioni sanitarie non vengono effettuate dalla Asl in strutture private, canili convenzionati con Comuni della Provincia. «La problematica è questa -–spiega Maria Teresa Corsi sulle pagine del Nuovo Quuotidiano di Lecce- è noto che alcuni comuni del leccese siano inadempienti per il fatto di non avere canili sanitari, tuttavia le convenzioni stipulate con i canili privati rendono quasi legale il rispetto della normativa, ossia la presa in carico dell’animale nella somministrazione di vaccini. E’ anche vero però che un altro tasto dolente è quello che riguarda le prestazioni sanitarie su tutti i cani che entrano in struttura. Per cui la Asl non riconoscendo canili sanitari quelli privati, non pratica le prestazioni indispensabili per il benessere degli animali. Ho scritto pure che nell’area Nord di Lecce il trattamento è garantito mentre nell’area Sud invece no. Con la conseguenza che si provoca un danno all’animale, specialmente verso alcune malattia». Insomma la lettera inviata direttamente a “Siav a Sud – Sanità Animale”, punta un faro su un tema delicato che è quello degli animali che arrivano nei canili. « Se i cani sono tenuti bene nei canili – continua la Corsi – e ci stiamo anche battendo per imporre alle Asl le profilassi sanitarie, perché demonizzarli? Stanno meglio per strada, al freddo, senza mangiare, scacciati dai più e investiti dalle auto? I cani al canile so-no al sicuro. Hanno cibo giornaliero, pulizie, cure veterinarie, possibilità di adozioni”