La pubblicazione dell’ “Atlante dell’infanzia a rischio” è un appuntamento che annualmente si prefigge di indagare sulla condizione dei bambini, bambine e adolescenti più vulnerabili che vivono nel nostro Paese.
L’infanzia di oggi in Italia è sempre più schiava delle diseguaglianze. Diseguaglianze sociali, economiche, educative, di genere. Ma le diseguaglianze hanno una traccia ancora più profonda, che è quasi invisibile e che si si insinua nel corpo di ogni bambino che viene concepito e ne condiziona la salute, lo sviluppo e la crescita. Ad oggi la speranza di vita in buona salute è in media di 61 anni, ma andando a vedere cosa significa la lotteria della nascita, si va dai bambini più “fortunati” che in provincia di Bolzano vedranno questa soglia alzarsi a 66,6 anni, a quelli che nascono in Calabria, per i quali questo traguardo si ferma a 55 anni. Oltre 11 anni di buona salute in media, a fare la differenza. L’ingiustizia sociale determina il futuro delle bambine e dei bambini. Con questa chiave, quest’anno l’Atlante analizza i molteplici aspetti legati alla salute dell’infanzia nel nostro Paese. La salute è influenzata dalle condizioni socioeconomiche della popolazione: i fattori che ne determinano lo stato non sono solo fattori medici, ma sono fortemente legati alle condizioni nelle quali le persone sono nate, vivono, lavorano, crescono e invecchiano.
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