Monsignor Intini ha pranzato con gli ospiti della mensa vicariale che ha sede negli stessi locali dell’ex seminario
“Conoscere il territorio come Chiesa di Dio, facendo il meglio” questo è il presupposto con cui si è presentato il nuovo arcivescovo della Diocesi Brindisi-Ostuni, monsignor Giovanni Intini. Nato a Gioia del Colle (Bari), il 28 dicembre 1965, ha 57 anni. Proviene dalla Diocesi di Tricarico (Matera). Oggi alle 18:00, presso la Cattedrale di Brindisi, si svolgerà la messa per il suo nuovo insediamento. L’incontro con la stampa, per celebrare l’ingresso ufficiale nella Diocesi brindisina, si è tenuto questa mattina (10 febbraio) presso il salone della nuova parrocchia “San Carlo di Gesù” (ex seminario Benedetto XVI).
“E’ un’emozione particolare per me, vengo da una Chiesa piccola. Questa è una famiglia più grande. Con l’aiuto del Signore, riuscirò a fare quello che è possibile” afferma. “Oggi ho riservato la priorità ai fratelli ristretti – Prosegue – spesso in una sofferenza anonima in carcere. Non ho sbagliato”
Intorno alle 13:00, inoltre, monsignor Intini ha pranzato con gli ospiti della mensa vicariale che ha sede negli stessi locali dell’ex seminario. “Ho scelto di recarmi qui, poiché così è possibile toccare con mano i luoghi”. “Ad Ostuni mi recherò il prossimo 15 febbraio per incontrare sacertori e laici, oltreché visitare le comunità religiose. Il 12 marzo vi tornerò in occasione delle celebrazioni per la Quaresima”.
“La Chiesa deve diventare coscienza critica della società: ha il compito di incoraggiare, spronare, ed anche alzare la voce in maniera serena” afferma l’arcivescovo – “La Chiesa locale, inoltre, deve essere un punto di riferimento in merito alla ricerca di spiritualità. C’è un bisogno sociale da intercettare”. Molte le tematiche affrontate nel corso dell’incontro: “Va assolutamente garantito il diritto alla salute. No ai viaggi della speranza, e quindi è essenziale investire di più in questo campo”. “Inoltre, bisogna coinvolgere i nei processi decisionali – Continua monsignor Intini – Spesso c’è, da parte loro, una sana richiesta di protagonismo. Devono diventarlo in maniera creativa”. “E’ essenziale collaborare per la crescita e – soprattutto – diventare protagonisti del nostro futuro. Non serve a molto mettere delle toppe alle situazioni. E’ necessario chiedersi che mondo vogliamo”. “Dopo la pandemia, in termini numerici, l’affluenza dei fedeli è diminuita. Bisognerà farsi delle domande – Conclude – E’ necessario svolgere un percorso basato sull’ascolto: le rispose arrivano sapendo ascoltare”.
Fonte www.brindisireport.it