In occasione della Giornata della donna, la Provincia di Lecce ha scelto di esporre l’installazione artistica, realizzata da Giuseppe Manisco, a Palazzo dei Celestini
“Uno spazio assurdo” definito dalla facce di un grande cubo nero che rinchiude, come una prigione, quattro donne iraniane, i cui volti emergono dalle sbarre. Si presenta così “Mahsa”, l’opera dedicata alla giovane Mahsa Amini, la 22enne morta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale, a Teheran, il 13 settembre 2022, perché non indossava in modo appropriato l’hijab, il velo islamico.
In occasione della Giornata internazionale della donna, la Provincia di Lecce, su proposta della Commissione Pari opportunità provinciale, ha scelto di esporre l’installazione artistica, realizzata da Giuseppe Manisco, al centro dell’atrio di Palazzo dei Celestini, dove resterà fino alla fine di marzo.
Grazie all’iniziativa della Provincia, che ha voluto ospitare l’opera nella sede istituzionale di Palazzo dei Celestini, Lecce rappresenta la terza tappa del viaggio di “Mahsa” attraverso il territorio salentino. Un viaggio che, iniziato a Galatone dove è stata installata per la prima volta, è proseguito a Nardò e continuerà nei prossimi mesi in altri Comuni del Salento.
L’opera “Mahsa” è costituita da una struttura a forma di cubo realizzata con pannelli in multistrato ed ha una dimensione di 2,40 x 2,40 metri circa. Nella parte alta di ciascuna faccia verticale del cubo sono presenti quattro aperture sagomate a forma di occhio, che costituiscono la zona di fissaggio delle grate formate da aste cilindriche. All’interno, su quattro pannelli, sono raffigurati i bellissimi volti di ragazze iraniane.
“Ho immaginato uno ‘spazio assurdo’ definito dalle facce di un grande cubo nero e all’interno di questo, brutalmente deturpati e segregati da grate di ferro, i bellissimi volti di quattro giovani ragazze. Mahsa è il nome della ragazza 22enne arrestata a Teheran, con l’accusa di non aver indossato bene il velo che, per le donne di quei luoghi, è obbligatorio quando si è in pubblico. Tre giorni dopo, la ragazza moriva a seguito di gravi trauma. E’ a lei che, con profonda emozione, ho voluto dedicare questa istallazione”, ha spiegato l’autore dell’opera Giuseppe Manisco.