L’appuntamento con Borgomeo , autore del libro “SUD Il capitale che serve” , è per lunedì 8 maggio presso l’Auditorium del Museo Castromediano di Lecce
Discutono con l’autore Luca Bianchi, Direttore generale Svimez; Alessandro Delli Noci, Assessore Sviluppo Economico Regione Puglia; Francesco Gioffredi, Ufficio Coordinamento Nuovo Quotidiano di Puglia. Apre i lavori Salvatore Capone, Presidente #TempoPresente aps.
Il programma della serata prevede i saluti istituzionali di Luigi De Luca, Direttore Polo Biblio-Museale di Lecce; Carlo Salvemini, Sindaco di Lecce; Stefano Minerva, Presidente Provincia di Lecce; Loredana Capone, Presidente Consiglio Regionale Puglia.
Secondo appuntamento del progetto “questotempo_conversazione sul presente”, di #TempoPresente aps.
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CARLO BORGOMEO (Napoli, 1947)
esperto di sviluppo locale e di politiche di promozione di imprenditorialità e profondo conoscitore delle dinamiche socio-economiche del Mezzogiorno, è presidente della Fondazione Con il Sud dal 2009 e, dal 2016 al 2019, lo è stato anche dell’impresa sociale Con i Bambini, incaricata di attuare gli interventi del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Sindacalista negli anni Settanta e ricercatore al Censis nei primi anni Ottanta, ha poi ricoperto, tra gli altri, gli incarichi di presidente della Società per l’imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno; amministratore delegato di Sviluppo Italia e della Società di Trasformazione urbana di Bagnoli; consigliere delegato di Fondosviluppo Spa, il fondo mutualistico della Confcooperative.
Dal 2014 è presidente di Gesac, società di gestione dell’Aeroporto di Napoli Capodichino.
Ha fondato il settimanale «Vita» e ha tenuto corsi di Organizzazione aziendale in diverse università, pubblicando numerosi lavori tra cui, con l’editore Laterza, L’equivoco del Sud (2013).
SUD. IL CAPITALE CHE SERVE
di Carlo Borgomeo
Casa Editrice Vita e Pensiero
Dopo oltre settant’anni di interventi straordinari e politiche per il Sud, il divario economico e sociale con il Centro Nord resta immutato e l’annosa ‘questione meridionale’ sembra irrisolvibile. Certamente il reddito e le condizioni di vita nelle regioni meridionali in questi decenni sono migliorati ma il problema resta, e trova una grave e sempre più evidente manifestazione nell’esodo di migliaia di giovani. Quali sono le cause di questo fallimento? Le risorse assegnate al Sud sono state insufficienti? Il Sud non è stato capace di spenderle? Le politiche nazionali hanno privilegiato lo sviluppo del Nord? Le classi dirigenti meridionali si sono rivelate corrotte e in qualche caso colluse con la criminalità organizzata? Tutte queste motivazioni hanno una parte di verità ma nel loro insieme non sono in grado di dare una risposta esaustiva e soprattutto di suggerire possibili soluzioni.
Una visione a tutto tondo del problema e l’indicazione di una via d’uscita sono presentate qui da Carlo Borgomeo.
La sua tesi è che, dopo i primi anni d’intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno, con la realizzazione di importanti infrastrutture, la politica del Sud si è sostanzialmente ridotta al trasferimento di risorse finanziarie, nell’illusione che questo determinasse automaticamente sviluppo. Ma l’esperienza dimostra che se il sostegno non incrocia la responsabilità e la vitalità delle comunità locali, diventa assistenziale e genera dipendenza. Bisogna invece investire, come condizione prima ed essenziale, nello sviluppo nel capitale umano e sociale. È questo il ‘capitale che serve’. A dimostrazione della sua tesi Borgomeo dedica spazio anche al racconto di esperienze concrete nate al Sud da gente del Sud per lo sviluppo economico e sociale di territori e persone del Sud. Progetti di contrasto alle mafie, di accoglienza delle diversità, di welfare locale, di proposta scolastica e formativa, di recupero delle bellezze, dei saperi e dei sapori del territorio. Progetti che generano comunità e sviluppo economico, lavoro e crescita sociale. Questa strada, tracciata anche attraverso difficoltà e ostacoli, può ora illuminare il cammino a interventi ben concertati tra pubblico e privato, tra Stato e Terzo Settore, che partano dalla conoscenza delle storie e delle esigenze specifiche delle comunità locali e dal loro coinvolgimento.
È tempo ora di passare da politiche per il Sud a politiche con il Sud.