Il convegno dell’associazione “Il Grano In-Festa” è stato coordinato da Rino Spedicato
SAN PANCRAZIO SALENTINO – “Fatti ranni e non muriri ca no spicci mai ti mparari”. Questo proverbio è stato ricordato a Rino Spedicato dalla sua amica Giusy al termine del convegno dell’associazione “Il Grano In-Festa” che ha avuto il piacere di coordinare nei giorni scorsi a San Pancrazio Salentino nell’ambito della 2^ edizione de “La stanza della tavola” (Estate Sampancraziese).
“Ringrazio Giusy – dice Rino Spedicato CSV Brindisi-Lecce “Volontariato nel Salento” – quindi, perché mi ha permesso di rileggere anche lo stesso invito rivoltomi da Marco e Giuse della benemerita associazione “Il Grano In-Festa”. Ammetto che non ero preparato sull’argomento e come avviene in questi casi, mi sono messo a studiare. Si è aperto un mondo che ha messo in rete parole quali: saperi, sapori, salute, storia, senso. Tutto ciò attraverso la semplicità di un seme che ha il potere, altresì, di favorire legami e percorsi di riscoperta, restanza e resilienza. Parole-chiave che aprono al germoglio e alla rigenerazione di colture, culture, comunità. È stata, almeno per me, la manifestazione poliedrica del senso del seme che purtroppo, nel corso degli anni, è stata smarrita dell’umanità”.
A tal proposito, Spedicato invita a leggere alcune “pagine belle” scritte da Salvatore Ceccarelli, uno scienziato che ha dedicato la sua ricerca allo sviluppo delle zone agricole più disagiate nel mondo spesso dilaniate dalle guerre. Cosa è stato smarrito insieme con la cultura del seme? Il valore dell’accoglienza, la cura delle relazioni, l’ascolto del grido della terra e dei poveri, lo stupore per la bellezza, l’amicizia, il valore del lavoro, l’essenza della vita. Il ciclo vitale del seme come lente di ingrandimento anche delle nostre cecità, banalità e contraddizioni. La semina e la mietitura di comunità svolte con i ragazzi delle nostre scuole e con i giovani di “Libera”, possano aprirci alla speranza che solo ri-scoprendo e recuperando le nostre radici (la memoria feconda) riusciremo a sconfiggere l’indifferenza e il menefreghismo, e potremo costruire un rapporto finalmente nuovo e virtuoso con il nostro “io”, il “noi” e la natura per troppo tempo ferita e deturpata dalla nostra stupidità e dalla bramosia del potere e del profitto. “Ri-scopriamo il valore del seme, può nascere la pace dentro di noi, intorno a noi. Unica affettuosa sollecitazione: non abbiamo molto tempo tempo a disposizione” conclude Spedicato.